Piccole voglie...in Cucina

Rivoluzione Egiziana...un'anno dopo!

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Gamila
view post Posted on 11/5/2012, 04:44






Sono rientrata da appena due giorni dal Cairo, e faccio non poca fatica a riprendermi. Ho il cuore cosi' pieno di emozioni contrastanti, di dolore e di ammirazione che ancora adesso non riesco a darmi pace. La "fortuna" ha voluto che arrivassi in Egitto in un momento di attesa....Ho parlato con tutti, ho cercato il dialogo con estranei, parenti, amici, con ragazzi ed anziani. Ho ascoltato la loro storia, il loro punto di vista.Ho cercato nei loro racconti il filo conduttore....e spero oggi di averlo trovato.
L'Egitto e' una terra piena di contraddizioni, ricca di colori e sfumature. 85 milioni di abitanti, la maggior parte adolescenti, una massa impetuosa di piccoli uomini. Una terra senza pace, dove la fame, la vera fame ha messo in ginocchio oggi come ieri, circa il 40% della popolazione.
Ad un'anno dalla rivoluzione, ho trovato l'Egitto in pieno sfacelo economico e sociale. Non ci sono controlli, ne' polizia. I prezzi dei beni alimentari sono schizzati alle stelle. La farina, l'olio, il latte sono diventati un lusso.La gente muore letteralmente di fame. Al fornaio il singolo panino costa sulle 25 piastre, una piccola fortuna. Esistono panifici statali dove il pane costa 5 piastre. Lo Stato ne distribuisce un massimo giornaliero di 1 pound a testa ( 20 panini). Un giorno anch'io ho fatto la fila,in attesa del mio turno e della mia razione. Per circa 3 ore ho guardato la disperazione nei volti della gente stanca ed affamata..per la prima volta ho guardato negli occhi la vera fame.
La giunta militare oggi ancora al governo, non smette di "vendicarsi", e cosi' dall'aumento sproporzionato dei prezzi, si aggiunge il taglio dei rifornimenti di carburante. File ai distributori per fare il pieno, o per riempire la bombola del gas con la quale la maggior parte della popolazione ancora oggi cucina.Ad ogni arrivo dei rifornimenti salgono i morti, donne e padri di famiglia che cercano nella massa di accaparrarsi l'ultima bombola rimasta. Una lotta per la sopravvivenza.
I Fratelli musulmani, hanno raggiunto il Parlamento, dopo le prime elezioni libere degli ultimi decenni. Ma hanno le mani legate, fintanto la giunta militare non lascera' il potere (almeno apparente) al nuovo Presidente, il quale verra' eletto nelle prossime elezioni di fine Maggio, inizio Giugno. Si respira un'aria pesante al Cairo, si respira aria di attesa. Gli egiziani non reggeranno a lungo questa situazione, in un modo o nell'altro il nuovo presidente dovra' ridimensionare i prezzi e dare al popolo una nuova speranza.
La rivoluzione una cosa l'ha fatta. Ha dato al popolo il coraggio di parlare e di uscire allo scoperto.Dall'uscita di Mubarak la gente finalmente puo' parlare di politica in strada senza la costante paura della polizia, puo' pensare di candidarsi in Parlamento, di comprare terreni, prima di esclusiva proprieta' statale...
E' questo nuovo coraggio che da' al popolo speranza,e questo il governo lo sa' bene, per questo si prepara in anticipo togliendo oggi quei beni necessari alla sopravvivenza. La gente portato allo stremo, accogliera' con gioia i futuri provvedimenti atti a ripristinare l'ordine economico e sociale. Il calcolo e' gia' stato fatto, e come al solito e' la gente a pagarne le conseguenze. Alla fame, lo Stato rispondera' abbassando i prezzi, distribuendo carburante e gas. La "nuova" polizia ricomincera' a circolare nelle strade garantendo sicurezza al popolo. Ad ogni cittadino sara' garantito un pezzo di pane. E la rivoluzione avra' cosi'raggiunto la "vittoria apparente". Ma oggi nonostante la disperazione, gli egiziani non hanno perso la loro umanita' ed il loro sorriso. Sanno bene che poco o niente e' cambiato. Dopo l'entusiamo iniziale oggi nessuno crede nelle favole. Chiedono solo una vita migliore, dell'acqua pulita, un pasto al giorno. Chiedono il rispetto che si meritano, istruzione e sanita' per tutti.Chiedono un futuro per i loro figli. E lo chiedono ad alta voce. La loro umanita' scalda i cuori. L'unione del popolo fa' la differenza. Tutti si tengono per mano nonostante i fortissimi disagi. Nel caos post rivoluzione, ho vissuto in diretta anche la morte del Papa Copto Shenuda III.Un lutto che ha toccato tutta la cittadinanza indistintamente. Le Chiese hanno risuonato per giorni, nastri neri nelle televisioni e nelle strade. Egiziani Musulmani portavano ristoro ai loro fratelli Egiziani Cristiani in pellegrinaggio davanti la Cattedrale di San Marco per l'ultimo saluto al papa. Egiziani Cristiani ai quali e' stato concesso un "riposo" lavorativo di 3 giorni per elaborare la perdita. Questo e' l'Egitto e questi sono gli egiziani. La rivoluzione ha risvegliato il loro senso di appartenenza, il senso di unita'.Ed anche se fino ad oggi il prezzo da pagare e' altissimo, il loro coraggio e' da ammirare. Purtroppo sappiamo bene che il cambiamento sara' solo apparente, che il governo ha tolto oggi per dare domani solo il necessario, e che forse, alla fine la rivoluzione non sara'servita a niente. Ma noi da loro abbiamo solo da imparare. Parlarne da fuori e' semplice. Ma vivere nel disagio e nella poverta' piu' assoluta mantenendo intatta l'umanita' ed il sorriso e' tutta un'altra cosa. Il nuovo presidente, non sara' mai libero, di questo ne sono tutti coscienti...ma il primo passo verso una nuova consapevolezza e' stato fatto...che sia solo l'inizio!!


(Articolo scritto da me per l'Associazione Culturale Apartitica-"IlCovo" Studio Del Fascismo Mussoliniano)


 
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